Il salto quantico
APRILE 2018 - CENTRI ENERGETICI DEL CORPO ED EMOZIONI: L’ARMONIZZAZIONE ATTRAVERSO LA PSICOLOGIA E LA SPIRITUALITÀ DELLO YOGA
Mi interessava molto l’argomento dei chakra e l’approfondimento che è stato portato in materia rispetto a quando lo avevo visto nel mio percorso di studio, tra l’altro la mia trasformazione è partita proprio da lì, nel senso che sono entrata nella pratica meditativa partendo dal lavoro sui chakra, attraverso i loro bija mantra, mi prendevo mezz’ora al mattino e passavo chakra per chakra, respirando, osservando cosa succedeva e cantando i vari bija; sentivo che qualcosa si metteva in atto e si muoveva; era il primo approccio di una nuova consapevolezza che si stava aprendo in me quattro anni e mezzo fa…!
Ritornare su questo argomento ora ha una valenza diversa c’è il bisogno di allargare le conoscenze e avere più strumenti in mano per fare collegamenti ulteriori, per comprendere meglio i disagi degli altri e fornire modalità di lavoro alle persone che si rivolgono a me come counselor. La conoscenza non ha mai fine e gli argomenti ripresi in mano hanno colori e sapori diversi, perché io stessa sono molto diversa. Questa la consapevolezza che ho acquisito nel seminario finito pochi giorni fa, sentire ed essere conscia del grande salto “quantico” che ho fatto in questi sei mesi, dove la mia vita ha fatto la svolta più definitiva, pregna di quella sofferenza che doveva liberarmi da legami non più compatibili ed evolutivi. Come si dice spesso a volte la sofferenza è inevitabile perché è attraverso quella fase che l’individuo percepisce e comprende le sue dinamiche e quelle degli altri e attraverso quel cataclisma che sconvolge tutto, si arriva alla propria essenza che permette di osservarsi, di accogliere, accettare e poi trasformare. Essere connessi a quell’essenza, luce che rischiara le tenebre dell’esistenza, permette quel processo meta-cognitivo che è trasformazione, che agevola, mentre si agisce nella vita di osservarsi e vedere dove stai andando, cosa stai facendo e in che modalità. La trasformazione non è un processo semplice, avviene passo passo e poi a volte succede qualcosa ed in pochi mesi ti ritrovi a dover mettere tutto in discussione famiglia, genitori, sorella, è anche vero che in quel mettere tutto a soqquadro c’ è in nuce l’opportunità di un’ulteriore svolta, quella della vera consapevolezza, fatta di crescita interiore, di pulizia inconscia con costante Sadhana e lavoro su se stessi e con il proprio critico interiore. Se sono partita dai chakra e ai chakra sono ritornata era perché dovevo rendermi conto di quanto lavoro ho fatto e dell’armonizzazione che sta avvenendo dentro di me. Percepire che il critico interiore, forza titanica che ha sempre messo bocca in modo forte e determinante nella mia vita condizionandomi non poco, se ne sta sereno quando viene punto sul vivo, significa che ho raggiunto una meta grandiosa. E solo questo vale ogni lacrima versata, ogni critica subita.
Se chiudo gli occhi e ritorno con la memoria a dicembre, dove oltre a molta sofferenza interiore ho avuto molto dolore fisico da dover andare al pronto soccorso, comprendo quanto i miei chakra in quel periodo fossero bloccati e quindi hanno messo in sofferenza anche la parte fisica, perché come il respiro sono una cerniera tra il fisico e lo psichico. I miei blocchi erano a livello terzo, quarto e quinto chakra, le relazioni familiari erano in pezzi e non riuscivo a capire da che parte cominciare, anzi avevo iniziato da me, sentendomi in colpa e non distanziandomi emotivamente da tutto ciò che stava succedendo. Di sicuro la pratica del Santo Nome ha lavorato e ha tenuto uniti i miei pezzi, fintanto che non prendevo coscienza, forza, per iniziare a svoltare e a vedere quella fragilità che stava danneggiando più che altro me stessa.
Quando si è nel vortice delle onde emotive succede di tutto, anche fisicamente, tuttavia accade per dare dei segnali forti che servono alla persona, e in quel caso a me, per capire. Noi siamo energia e quando l’energia si blocca fa scudo e irrigidisce la muscolatura, i canali energetici si intasano e il corpo soffre. In quel periodo facevo fatica a respirare e avevo dolore a tutta la cassa toracica, tanto che pensavo vista una continua tosse di avere un principio di focolaio, per quello, spaventata, arrivai in ospedale dove un medico molto empatico mi disse che mi avrebbe fatto tutti gli accertamenti del caso, visto i miei mei trascorsi, tuttavia era sicuro che fosse solo tensione muscolare. Erano i chakra che urlavano vendetta… allora compresi che era un blocco energetico e feci delle unzioni Ayurvediche con l’olio medicato, le mani sapienti di Monica cominciarono a sbloccare la situazione già alla prima seduta mi alzai dal lettino che respiravo senza dolore.
Questa nuova consapevolezza è determinante per il mio percorso professionale perché mi ha permesso di esperire dinamiche che hanno portato jnana a vijnana, da esperienza teorica a esperienza vissuta, non è poca cosa... certo è successo di tutto, vero è che solo attraverso questo processo io potevo liberare me stessa da questi nodi emotivi e da schemi coatti.
Ora che il cielo è tornato sereno e che l’energia con la terra ha trovato un nuovo equilibrio, in me tutto appare chiaro, tutto ha un suo senso.
Imparare ad avere uno sguardo d’insieme di se stessi non è semplice si acquisisce mano a mano che ci si disidentifica dalle proprie maschere e dai condizionamenti, solo allora la prospettiva si allarga e l’orizzonte viene più ampio.
Il mio cammino è ancora lungo, è anche vero che ora non mi mi crea disagio anzi sono felice di camminare insieme a tante persone che mi amano e mi sostengono, non importa averle a fianco ogni giorno tangibilmente ora ciò che mi interessa è che ci siano unioni di anime, legate da un’amore che non ha limiti ed è libero.
Amare in questa modalità fa sentire leggeri e gioiosi, basta un pensiero e si è già insieme, qualche anno fa, quando tutto questo per me era ancora lontano, lessi un’intervista a una famosa scrittrice di cui ora non ricordo il nome, dove diceva che era dedita ad amori platonici dove non erano più i corpi gli oggetti del piacere ma le anime, le parole scambiate, le condivisioni, l’esserci a prescindere. Quanto mi colpirono allora quelle parole, che vedevo come miraggio, erano e ne sono fortemente convinta, un messaggio... mi facevano vedere una via. Una via che ritrovai su un affresco in una piccola chiesetta di un eremo non lontano da casa dove in mezzo ad un campo di grano Francesco e Chiara sorridenti si guardano negli occhi e si tengono per mano, tutto si ricollega, tutto ha senso, è a quell’Amore che dovevo arrivare e ora ci sono e lo sento forte nel mio cuore, le energie ora fluiscono serene e trovano nel Mahamantra la spinta cosmica all’evoluzione.
Con eterna gratitudine.
Alessandra