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Imparare a morire ogni giorno lasciando andare brandelli di personalità

CINZIA UCCELLINO

RIFLESSIONI SEMINARIO COUNSELING, Ponsacco - Maggio 2019

Sono arrivata al Seminario con molta trepidazione e parecchie aspettative che non sono state disattese, anzi, la realtà è stata anche migliore.

Nella parte introduttiva di revisione tenuta da Andrea, mi ha colpito la frase
IMPARARE A MORIRE OGNI GIORNO LASCIANDO ANDARE BRANDELLI DI PERSONALITA
che si può declinare nel
- riconoscerli ed accettarli
- identificarli senza subirli
- diventare osservatori

Un breve esercizio in cui abbiamo evidenziato gli aspetti positivi e negativi della morte mi ha permesso di comprendere che dal mio punto di vista sono molti i primi, mentre i secondi si riducono all'abbandono degli affetti e alla paura dell'ignoto.

La parte teorica di Manola è stata illuminante, in particolare quando si è parlato dell'importanza del tempo necessario alla macerazione delle lagrime di cui restano solo i componenti attivi. La misura di questo tempo (nè troppo, nè troppo poco) permette l'elaborazione che porta alla trasformazione ed al rinnovamento. In questo tempo è necessario trovare la forza per ascendere al livello superiore, la consapevolezza è il principio attivo, è importante accogliere il cambiamento, solo la resistenza ad esso produce sofferenza.

Un altro esercizio che ho trovato molto utile è stato quello di muoversi consapevolmente ed incontrare un'altra persona guardandola negli occhi. Ho avuto l'onore di incontrare un'anima molto ricca a cui sarò grata per sempre poiché, davanti alle mie lagrime, ha fatto un gesto di condivisione più unico che raro.

La mattinata di tesi si è rivelata molto coinvolgente ed interessante in quanto ha messo in evidenza la ricchezza e la poliedricità di ognuno. Non importa l'età, il sesso, il titolo di studio, lo stato civile, ognuno porta il proprio meraviglioso contributo nel mondo e, attraverso l'elaborazione di uno scritto, sofferma la propria attenzione su una tematica che ci riguarda tutti e da cui si può solamente imparare.

La visione del film Departures è stato oggetto di parecchie osservazioni. Sono due i punti che desidero fermare
1) l'importanza della simbologia, spesso da noi dimenticata e non considerata. Questo mi ha fatto ricordare l'importanza dei miti, portatori di grandi verità.
Nel film: volo degli uccelli, salmoni, il polpo. Da una parte si evince l'importanza della Natura che, se osservata, ci rimanda al Divino, dall'altra un simbolo è anche un'immagine che spesso vale più di mille parole perchè immediato ed arriva subito senza passare dalla mente.
2) il peso dei condizionamenti culturali che, come ogni condizionamento, limitano il nostro campo visuale come avviene quando limitiamo l'oggetto da osservare come se si trattasse di un vetrino da laboratorio, lo guardo con l'obiettivo di avere conferma di ciò che già so ed ho visto in altre situazioni.

Il momento di workshop, in cui è stato chiesto di interpretare una parte, ha visto come protagonisti un marito disperato per la morte della moglie ed un counselor che aveva molte difficoltà ad aiutarlo. Spesso molte persone rimangono nell'ambito mentale ed è difficile coinvolgerle sul piano emotivo e portarle a guardarsi dentro per osservare ciò che provano, men che meno in momenti così drammatici. L'altra criticità è che spesso si confondono le esigenze interiori, quale il desiderio di essere amati ed amare, di sentirsi parte dell'universo, con l'urgenza di sbrigare compiti manuali quali cucinare, pulire e fare la spesa. La rappresentazione in plenaria mi ha colpito in particolare nel momento in cui il padre ed i figli si recano dal counselor.

Molto interessante l'esercizio di radicamento, di incontro con gli altri e di visualizzazione della nostra prossima vita come della nostra nascita.

Veramente utile la possibilità di fungere da cliente o counselor o supervisore, penso che se questo esercizio venisse ripetuto cento volte sarebbe sempre diverso in base al ruolo, alle persone, alla problematica portata in base al momento storico del cliente. Questo rinforza il concetto dell'importanza della triade luogo, tempo e circostanza.

La parte teorica espressa da Daniele ha evidenziato moltissimi concetti. Cercando di riassumere in breve:
il nostro obiettivo è trovare una posizione nel Sè spirituale da cui si veda tutto, si sia consapevoli si contestualizzi il tutto in un respiro più ampio, se siamo centrati possiamo capire che tutto è dono. Distanziandomi dall'ego mi avvicino al sè e cresco. Nella relazione d'aiuto voglio essere strumento in uno spirito di offerta, senza sentirmi beneficiario del risultato. L'amore incondizionato è ciò che dovrebbe coinvolgere l'altro senza imposizione, nel rispetto del libero arbitrio.