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L'autonomia è  la strada dell'amore autentico

PAOLA DE PAOLIS FOGLIETTA

La globalizzazione è una realtà nata con finalità essenzialmente economiche e finanziarie. Questo nuovo trend, in realtà, ha coinvolto molti aspetti umani e ci pone delle sfide importanti. Nascono nuove parole, che il confronto antropologico ha messo in atto: multiculturalismo, multietnicità, interculturalità, inclusione, identità, alterità, ecc.
Ciò che è stato messo in crisi è la nostra identità e il nostro bisogno di sicurezza.

La cultura odierna ci obbliga a “meticciarci", a conoscere nuove culture e mentalità diverse dalle nostre, il cambiamento è la nuova linea guida e parola d'ordine e a volte è  stancante perché ci impone di rimanere sempre vigili e informati.
Naturalmente ci sono molti che fanno resistenza. All'Inghilterra, ad esempio, che sempre si è sentita "diversa" - forse come tutti quelli che vivono in un'isola - non pareva vero di cogliere l'occasione di uscire dall'Europa. Ma ci sono tanti altri casi in cui in questo momento storico alzano la mano per stabilire i loro limiti. Fa riflettere che proprio oggi questo accada.
È come se voi faceste parte di una famiglia numerosa, che so, avete 7 fratelli e vostro padre si sposasse con una donna con altrettanti figli - come in quei film americani comici e tragici. Ecco, in mezzo a questa baraonda voi avete due possibilità: buttarvi nel mucchio nella condivisione e nello scambio, accettando le diversità, oppure chiudervi in camera vostra, segnando pesantemente i vostri confini e la vostra identità. 
Anche se siete la persona più etica del mondo, e più buona e più aperta, dovete ammettere che c'è qualche margine di resistenza nell'ambito del "diverso". 
Questo perché e' difficile vivere con la diversità, ci vuole uno sforzo mentale per andare oltre ai nostri luoghi comuni e le nostre abitudini . La diversità mette in crisi i nostri valori interrogandoli. In fin dei conti noi desideriamo la conferma della nostra identità, è questo ci fa sentire partecipi e di valor nel  gruppo con cui viviamo. Quando vediamo una persona diversa da noi, per esempio che ha abitudini alimentari diverse dalle nostre e gli abiti sono impregnati dell'odore di spezie o fritto, noi facciamo fatica ad identificarci e quindi tendiamo ad allontanarci. Io non sono come te, io profumo. Spero stiate sorridendo. Le diversità, ad essere sinceri, sono ben più complesse. La verità è che noi spesso amiamo qualcuno per l'immagine che evoca in noi, smettiamo di amare quando incontriamo il mistero che è nell'altro, che ci pone dinnanzi il suo essere straniero e non riusciamo più a condividere. Perché a nostra volta cerchiamo l'approvazione dell'identico a noi e la sua conferma?  viviamo al di fuori di noi  e cerchiamo negli altri approvazione e consenso. 
Non bisogna vergognarsi di dire quanto sia difficile il riconoscimento reciproco delle culture nella loro irriducibilità. Allo stesso tempo non e' nemmeno molto evoluto l'eccessivo ottimismo verso la multiculturalità che dà precedenza alle culture tralasciando la propria, sminuendo la propria identità culturale. 
Lo Yoga è la disciplina che ci aiuta nelle dualità della nostra vita. 
Il mondo si dibatte tra l'identità e l'alterità e noi abbiamo lo Yoga. Lo Yoga non ci dice cosa dobbiamo fare, ma ci spinge a cercare le risposte osservando noi stessi e recuperando i nostri valori.
Per accedere al famoso campo del poeta Rumi, oltre alla recita illusoria di questa vita, dobbiamo agganciarci alla fonte d'amore in noi, di cui siamo proprietari. È allora che non avremmo paura di perdere niente, che l'estraneità non ci metterà in crisi e l'assenza di consenso generale non ci getti nello sconforto.
Immagino che quando Bhaktivedanta Swami Prabhupada parlava di "autosufficienza" intendeva questo, intendeva libertà. Libertà di poter amare senza paura.