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Gentilezza di un giorno qualunque

È stato un giorno come tanti, un giorno in cui si va al supermercato, luogo ormai asettico che richiede, per entrare, la preparazione come per l’ingresso in una sala operatoria: mascherina, si disinfetta il carrello, le mani e si mantiene la distanza con le persone. Gli incontri con gli occhi degli altri sono sfuggevoli e ognuno è molto attento a non incrociarti troppo da vicino. Questo è quello che si vive da un po’ di mesi, che stanno diventando lunghi e pesanti. Il punto è che ormai la situazione descritta è diventata normalità, tuttavia, stamattina in questa normalità da Covid 19 qualcosa ha scombinato i piani e mi ha fatto capire che la speranza è accanto a noi, C’È, e la si può vedere nelle persone, bisogna prestare più attenzione e ascolto. Non so se è l’età che avanza, o l’effetto mascherina, che mi ha fatto diventare un po’ sorda, tuttavia a volte faccio fatica a sentire ciò che le persone mi dicono e mi sono resa conto quanto sia importante il labiale, l’espressione della bocca e del volto. Tutta questa premessa perché in un giorno uguale a molti altri, sono arrivata con il mio carrello alla cassa del supermercato, dove di solito faccio la spesa, ho salutato la cassiera con un sorriso che non si vedeva, ma che spero si sia sentito. A dire il vero, dopo il mio saluto cortese, non le ho prestato molta attenzione. Quindi, mi sono accorta con qualche secondo di ritardo che la ragazza mi ha rivolto la parola; è stato come fossimo in collegamento on-line, quando a volte la voce arriva un po’ in ritardo se la connessione non è buona. Scusandomi, mi son fatta ripetere le sue parole e lei ironicamente, passando le scatolette del cibo che avevo comprato per il mio gatto “Tigre”, mi risponde: “Immagino che abbia un micio a casa?”.
“In effetti, le ribatto, si vede vero? Ed è un gatto piuttosto vorace, brontolone e un po’ viziato”.
Si mette a ridere continuando a passare i prodotti che avevo messo nel carrello.
Poi con una delicata dolcezza mi chiede: “Come va la sua giornata?”.
Mi ha preso in contromano, non me lo aspettavo… e rimango ancora per qualche secondo scollegata, tuttavia mi riprendo al volo!
“Bene, sono grata della tua gentilezza!”.
“E la tua come va?”.
“Sono contenta stamattina, ho dormito un po’ di più del solito e oggi mi sento felice”.
“Ma che bello! Brava, mi piace, che tu sia felice e lo condivida”.
La osservo con più attenzione: è bionda, ha i capelli mossi, indossa visiera, mascherina e occhiali da vista e i suoi occhi scuri, sotto quei tre strati di oggetti, sorridono, le sue palpebre sono contornate da una perfetta linea nera di eye-liner che rendono il suo sguardo più intenso.
Intanto continua a interloquire con me dicendo: “Comincio ad avere un po’ di fame. Ma tra poco vado in pausa.”
“Beh, mi sembra anche l’orario giusto, visto che è ormai mezzogiorno”.
Sorride di nuovo, lo vedo dagli occhi…
“Si, ma sono entrata in turno solo da due ore, il punto è che non ho fatto colazione stamattina”.
“Allora ci sta tutta che tu abbia fame.”.
Finisce di darmi il resto e lo scontrino e stavolta prendo io la parola: “Ti ringrazio ancora per la tua gentilezza è stato un piacere parlare con te e buona pausa”.
“Di nulla!” risponde, ci sorridiamo con gli occhi e mentre lei si accinge ad un nuovo cliente sempre con intensa gentilezza, io prendo l’uscita.
Esco leggera, la sua gentile felicità ha contagiato anche me.
Oggi il supermercato non era poi così asettico; è bastato poco per creare relazione umana. Andando verso casa riflettevo che in tutto questo disumanesimo dilagante c’è della luce, bisogna afferrarla a piene mani ed espanderla, affinché possa illuminare più persone possibile. Dopo questa esperienza desidero fortemente cambiare atteggiamento ed uscire dal mio sterile “buongiorno e grazie,” perché anche alla cassa del supermercato si può comunicare empaticamente creando relazione. Il clima asettico probabilmente lo sto alimentando pure io, inconsciamente, restando gentilmente sulle mie, dietro la mia mascherina. La gentilezza vera richiede il nutrimento della parola, richiede l’umana relazione che arriva dal cuore, anche per poco, un poco che può fare molta differenza.
La svolta sociale può iniziare dalle persone che non conosci, in fila alla cassa del supermercato. Questa è la speranza, questa è l’energia della gentilezza che sconfigge virus, mascherine e distanze.

Come va la tua giornata? 😉

Alessandra Corà