Skip to main content

I doni delle emozioni perturbanti

 

Le emozioni sono realtà disordinate che portano la nostra anima nel caos. Scombinano i nostri piani, ci fanno perdere il controllo, rischiano di farci sembrare inaffidabili agli occhi degli altri. Per questo siamo stati educati (o non educati) a ignorarle, a reprimere o a congelarle.
Vedere le emozioni nelle persone significa leggere la loro storia, la loro intima versione e reazione al mondo vedere il loro abisso e il loro caos.
E noi, non ci dibattiamo tutti i giorni tra ordine e disordine?
Tra controllo e caos?
Non siamo in una società del controllo, dove tutto deve essere conosciuto per essere controllato? Le emozioni sono la variante insana e incontrollata del sistema, ne sono il suo bug.
Eppure esse sono le uniche a dare sapore e intensità alla vita.
A dare senso e significato alla realtà e colore e conoscenza del profondo.
Sono le emozioni, queste realtà selvagge che mischiano le carte in tavola, a insegnarci chi siamo realmente.
Allora che fare?
Facciamole lavorare per noi, per crescere e per perseguire la nostra direzione.
Quando sbagliamo strada nella vita, le emozioni del profondo cominciano ad attaccarci proprio come fanno i linfociti, le cellule del nostro sistema immunitario, che per difendersi creano un'infiammazione nel nostro corpo. Proprio come per il nostro corpo, se noi permettiamo che questa infiammazione non smetta mai - perché non andiamo nella direzione giusta in fatto di alimentazione e stile di vita - allora il corpo svilupperà una malattia, che è essa stessa monito per metterci nella verità di noi stessi.
Quindi le emozioni sono il sistema immunitario della nostra psiche, che se ignoriamo possono cronicizzarsi e diventare vere e proprie malattie psichiche.
Ascoltiamole. Negoziamo con loro.
Esse fanno la rivoluzione alla nostra vita. Ognuna di esse ci insegna qualcosa a proposito del nostro Essere autentico interiore.
La paura indica che qualcosa ci sta mettendo in pericolo. Ci dobbiamo chiedere se il pericolo sia reale o sia legato ai nostri attaccamenti, alla nostra incapacità di fare i cambiamenti che la vita ci richiede, la paura è legata alla nostra possibilità di sopravvivenza.
Essa ci rende vigili attenti intelligenti.
Facciamola lavorare per tenerci coscienti il più possibile e non per farci venire gli attacchi di panico.
Se li abbiamo significa che ne siamo vittime.
La rabbia indica che qualcosa ostacola i nostri desideri, le nostre azioni, i nostri valori, la nostra identità.
Ci dobbiamo chiedere se le nostre azioni siano equanimi e disinteressate o vogliamo perseguire obiettivi egoistici.
E poi, in cosa ci sentiamo bloccati, controllati, fermati o calpestati?
Quale libertà ci viene tolta?
Come mai è così importante per noi questa libertà?
La rabbia è il carburante delle nostre azioni, facciamola lavorare per noi per avere maggiore forza, energia costruttiva, fuoco ispirante e non per attaccare gli altri.
Se ci troviamo in dispute e sentimenti di odio significa che siamo vittime di questa emozione.
La tristezza e frustrazione mostrano la nostra perdita.
Non dipende tutto da noi, le cose che perdiamo ci hanno tradito.
A volte sono persone che ci lasciano volontariamente o perché abbandonano la permanenza nel pianeta.
A volte è una fase della vita a concludersi, la fine di un progetto, la fine di un ciclo.
A volte è la perdita di un'opportunità.
La tristezza è la sontuosa emozione decadente della perdita.
E se diventasse rinuncia consapevole?
E se fosse l'emozione che ha il potenziale della saggezza?
Ci fa andare così a fondo in modo radicale, che non può fare altro che cambiarci pelle durante la risalita.
Essa ci consegna in dono le chiavi del mondo e se riusciamo a trasformare la nostra depressione in consapevolezza saremo persone nuove, quelle che aiutano gli altri.

Paola De polis Foglietta