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Una testimonianza di fine percorso

Di Antonella Mendola 

L’esperienza di lavoro della tesi di fine percorso di formazione in Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta, potrei suddividerla in tre fasi: prima, durante e dopo.

Prima della tesi: paura di non essere all’altezza di sostenere quel momento, un po' di ansia da prestazione. Scrivere la tesi è stato esso stesso un lavoro metacognitivo su me stessa, ho avuto l’occasione di rivedermi, osservarmi con distacco “vairagya”, perché desideravo comprendere nel profondo quanto Counseling c’era dentro di me. Il desiderio che avevo, e che ho tuttora, è che questo percorso sia parte delle mie caratteristiche ontologiche. Non c’è una Antonella che per un’ora è Counselor quando è con il cliente; c’è un’Antonella che vive ed applica i principi del Counseling tutto il giorno! La sfida è ardua, perché sono consapevole che ho ancora molto da lavorare, il mio ego scalpita spesso soprattutto in quelle relazioni che durano da tanti anni (sia familiari sia lavorative), al tempo stesso sono serenamente consapevole che questa conclusione di percorso apra le porte ad altri tipi di formazione.

Durante la tesi: il giorno della tesi è stato bellissimo! Ascoltare i percorsi e le esperienze dei miei compagni è stato nutriente. Nel momento in cui mi sono trovata ad esporre il mio elaborato, dentro di me ho sentito pace, tranquillità, piacere nella condivisione. Ho desiderato guardare tutti i visi della commissione ed anche del pubblico presente per fotografare nella mia mente quel momento: gli sguardi, le espressioni dei docenti e dei compagni, ho sentito arrivare energie benefiche. Tutto ciò mi ha procurato pace, gioia. C’era assenza di giudizio, solo desiderio di condividere per crescere. Che dire, in questi momenti si sperimenta quanta potenza c'è nell'empatia!

Dopo la tesi: “Wow, sono un Counselor Bhaktivedanta!” mi sono detta. Sono onorata e grata di avere questo diploma. Mi auguro di mantenere sempre vivo questo sentimento di gratitudine, attraverso il continuo studio, l’aderenza al Dharma, l’attenzione costante e giornaliera su come imposto la mia vita, quindi le mie relazioni, cercando di non dare nulla per scontato, con molta umiltà e compassione. Nel libro “il Ruolo della Volontà” il maestro Marco Ferrini dice: “Attraverso l’aderenza al Dharma è possibile sviluppare una volontà forte e saggia e, attraverso di essa, la persona può imparare ad agire su tutte le funzioni psichiche, orientandole ed armonizzandole. Se si realizza tale stato di armonia, la vita viene vissuta in comunione con gli altri e con il tutto, con gioia, con pensieri, parole ed opere sostenuti ed illuminati dalla grandezza dell’Amore”.