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Seminario di novembre 2021: La comunicazione non-violenta

Ho vissuto questo seminario, e in particolare la giornata di domenica, con ispirazione, centratura e un senso di interconnessione quasi universale. 

Negli ultimi seminari sentivo di aver perso la concentrazione e la motivazione, complici la stanchezza mentale e le difficoltà oggettive del periodo. Invece nel seminario di novembre ho sentito di nuovo la scintilla, la voglia di mettermi in gioco con presenza mentale attiva. 

La lezione illuminante di linguistica applicata all’ascolto di Silvia mi ha incollata allo schermo ma sento che la vera magia è avvenuta nel pomeriggio di domenica. Nel suo ormai consueto spazio dedicato alla bioenergetica, Valentina ci ha chiesto di prendere uno specchio, metterlo di fronte al nostro volto e osservarci con attenzione e scrupolo. Ci ha chiesto di esprimere con la sola mimica facciale la stanchezza, poi la fierezza, poi la demotivazione, poi la paura e infine la gioia. È stato un momento così potente, un dialogo senza maschere. Il mio corpo ha sentito le vibrazioni di ogni sentimento che ci è stato chiesto di esprimere: il torpore della stanchezza, la voglia, quasi, di chiudere gli occhi; gli zigomi paralizzati in un sorriso fiero, quasi commosso; lo sconforto e la voragine di vuoto della paura; infine, la liberazione data dal calore della gioia che si è irradiato sul volto. Facendo risuonare dentro quelle vibrazioni e quel calore, Valentina ci ha chiesto di tornare tutti davanti allo schermo e di provare a trasmettere empatia con lo sguardo, empatia verso noi stessi e verso i corsisti connessi. 

Fatico a trovare le parole, ma è stato commovente vedere quel collage di anime affini, tutte mosse dallo stesso sentimento. Ho sentito una scarica di energia buona dentro, di quelle capaci di curare e sanare le ferite: ho pianto. 

Successivamente abbiamo fatto un laboratorio creativo in gruppi: riscrivere e trasformare il dialogo tratto da un romanzo di una coppia che comunicava in modo verbalmente violento in chiave empatica e poi presentarlo in plenaria davanti a tutti. Abbiamo lavorato con una bella sinergia e mi hanno scelta per interpretare la parte femminile in plenaria assieme a Simone. Ritengo che abbiamo fatto un ottimo lavoro ma ammetto che altri gruppi si sono superati: sono stati davvero geniali nel livello di riscrittura. Eppure in plenaria, Manola ha preso la parola e mi ha stupita. Ha detto che aveva apprezzato tantissimo il lavoro di tutti ma che era stata particolarmente colpita da me per il tono utilizzato. Ha detto che pur non avendo riformulato drasticamente perché volevamo fare in modo che le intenzioni di entrambi i comunicatori nonché i loro bisogni venissero rispettati, il mio tono ha cambiato ogni cosa. Ha detto che è stata investita dalla mia dolcezza e che avrei potuto dire qualsiasi cosa, perché si sarebbe sciolta comunque con quel tono dolce e accogliente. 

Questo piccolo feedback ha scattato una scintilla dentro di me e mi ha fatto capire di essere nel posto giusto. Per anni, troppi anni, tutte le mie modalità di comunicazione sono state svilite e violentate. Sono state schiaffeggiate, umiliate e vilificate. Invece di incattivirmi ho deciso di investire ancora di più nel migliorare le mie modalità di comunicazione e nel raggiungere l’obiettivo di una comunicazione sempre e comunque empatica, anche nei momenti di rabbia o difficoltà.

Chiara dalla Sede della Toscana