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Si può vivere a pieno l'esperienza incarnata in questa terra solo se si è consapevoli della morte.

GIUGNO 2019 - Percorsi di accompagnamento nel viaggio dell'Anima

Prima con la morte e poi con questo seminario sull'accompagnamento nel fine vita, ho capito come affrontare questi temi davvero delicati sia fondamentale per comprendere il valore della vita.
Si può vivere a pieno l'esperienza incarnata in questa terra solo se si è consapevoli della morte.

Vita e morte sono inseparabili e acquistano il loro senso una dall’altra, e che ogni morte è qualcosa di unico e di significativo, una preziosa opportunità di saggezza e di guarigione, non solo per chi muore ma anche per coloro che continuano a vivere.
Ho trovato molto illuminante leggere il libro «Cinque inviti» di Frank Ostaseski ed oggi sono pienamente convinto che "la morte ci aiuta a scoprire ciò che conta di più. La buona notizia è che non dobbiamo aspettare fino alla fine dell’esistenza per comprendere la saggezza che ha da offrirci."
Frank Ostaseski aggiunge che "immaginare al momento della morte di avere la forza fisica, la stabilità emotiva e la chiarezza mentale per compiere il lavoro di una vita è un’idea ridicola."
Ed io sono molto grato di aver iniziato a farlo.
Ho capito che offrire il proprio servizio accompagnando un essere umano nel fine vita, essere testimone partecipe ed empatico del momento del trapasso è un’esperienza fondamentale, che cambia radicalmente la visione dell’esistenza e, quindi, il modo di vivere di chi non ha paura di connettersi con gli altri e con il loro dolore.
Ho capito di voler fare miei i Cinque Inviti di Frank Ostaseski e quindi:
- non voler sprecare il tempo, non voler rinunciare a vivere ogni momento della vita in maniera consapevole.
- voler essere aperto e ricettivo al mondo esterno, con la mente e con il cuore.
- voler portare nell’esperienza tutto me stesso: accettare ogni mia parte interiore, anche se imperfetta.
- voler imparare ad essere in grado di staccare la spina quando necessario per recuperare le energie fisiche e mentali, cercando di ritagliare momenti di pausa, silenzio, distacco nella quotidianità per poter incontrare me stesso, la mia anima.
- voler continuare ad imparare cose nuove ed affinare la mia capacità di sorprendermi e meravigliarmi.
Tutto questo l'ho capito studiando la morte: che sia quindi la morte ad insegnarci come vivere? Oggi, alla luce di questo lavoro, direi proprio di sì.
Grazie!

Alessandro dalla Sede della Lombardia