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Riflessione del Seminario di Ponsacco gennaio 2020

GENNAIO 2020 - Superamento degli attaccamenti e condizionamenti

Di questo Seminario mi porto a casa tanto, come sempre. In particolare mi piace fare una riflessione su queste parole: Esperienza, Accettazione, Resilienza, Connessione.

Esperienza sì perché è molto importante la pratica e l’esperienza, fare le cose per imparare e crescere, senza esperienze si farebbe solo una vita molto noiosa e senza alcun senso, (un pochino lo era diventata anche la mia, nella mia zona confort ma con tanta sofferenza);

accettazione sì ma nel senso giusto, cioè accettare ciò che ci arriva e di cui non possiamo fare niente per evitarlo in quanto non dipende da noi, e quindi saper lasciar andare, ma non accettare solo per paura di soffrire di più o non voler guardare in faccia la realtà;

resilienza appunto nel senso di saper superare un evento o qualcosa di traumatico senza esserne devastati in modo irreparabile, di essere capaci di superare l’evento e adattarsi al cambiamento;

connessione con il tutto e con tutti, quando ci si lascia fluire nel Dharma e si ha una unione, un collegamento, (io direi quando si è nello yoga, perché lo yoga è unione), allora tutto scorre in modo più naturale e veritiero. Dopo aver ascoltato l’esposizione della tesi della cara compagna di viaggio, Paola De Paolis Foglietta, aggiungerei ancora una parola: il gruppo, secondo me è proprio veritiero il detto: “l’unione fa la forza”, in quanto noi individui, non siamo fatti per restare soli, bensì lavoriamo e “funzioniamo” molto meglio in compagnia. Mi è subito venuto in mente quanto siamo forti e ci si aiuta nei momenti di maggiore bisogno (tipo cataclismi e catastrofi naturali), oppure anche nei momenti più tristi della nostra vita, come si superano e affrontano meglio condividendo o solo confidando le nostre sofferenze.

Inoltre mi sento di dire che quando riconosciamo nel nostro prossimo quella scintilla divina che è in ognuno di noi, sentiamo sempre più vicino il nostro caro amato Padre che ci sostiene in questa forma di Prakrti in cui la nostra anima è solo di passaggio. Ed è pensando a tutto questo che alla fine di questo Seminario, finalmente prendendo il coraggio a quattro mani, sono riuscita ad esprimere a tutti il mio pensiero, con molta calma e centratura, (questo per me è un grande traguardo). Ringrazio quindi tutto l’Universo per farmi stare nel flusso e confido sempre più in una crescita evolutiva personale.

Mi ha colpito in particolar modo il colloquio del Maestro Ferrini con Alessandro C. Nonostante fosse la prima volta che si incontravano di persona era come se si conoscessero da una vita, e questo mi fa capire quanto la comunicazione scritta sia pur importante e tenga unite le persone. Io da bambina, scrivevo spesso lettere ai miei fratelli e sorelle che erano lontani, e mi piaceva tantissimo, gli sentivo più vicini ed era un modo per conoscersi. Così penso che Alessandro comunicando con il Maestro abbia potuto coltivare ed apprendere altri valori che lo hanno aiutato a superare la sua triste esperienza, e a risollevarsi dal suo passato. Anche se penso che nel suo cuore ci sarà comunque un dolore che non potrà mai cancellare, ma con queste conoscenze sicuramente ne ha una comprensione diversa. Apprezzo il suo modo di esporsi e di raccontarsi anche per essere un esempio (in negativo come dice lui), affinché i giovani non commettano crimini o atti che conducono solo alla sofferenza. Ho potuto sentire la sua conversione interiore e quanto sia stato importante per lui sentire il richiamo di Krishna e avvicinarsi alla figura del Maestro, quanto sia stato importante per lui trascendere il suo Guna-Karma, ravvisarsi e connettersi per far emergere la versione migliore di sé stesso. E ho sempre creduto che tutti gli esseri umani, compresi i criminali sono anime buone come tutti, essi sono solo persone in distorsione come dice il Maestro Marco Ferrini.

 

Rita Maria Gertrude