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Il senso della misura

OTTOBRE 2017 - OLTRE I CONFINI DELLA MENTE: COS'E' LA MEDITAZIONE? PERCHE' PRATICARLA?

Ogni volta si torna a casa arricchiti da tanti spunti, con tantissimi argomenti da approfondire e con altri che vengono assimilati molto bene durante i seminari. Marco Ferrini dona sempre nuove prospettive, spazia e ci apre scenari ampi. Il concetto di misura mi è da sempre molto caro, sin da quando ho iniziato a studiare filosofia alle scuole superiori. Ho sempre sentito che fosse un motivo fondante della mia vita.

Anche nelle relazioni , affinché siano sane ed evolutive, ci si deve guardare né troppo da vicino e nemmeno troppo da lontano, ma dalla giusta distanza. Una distanza che però non sia freddezza. E’ un esercizio impegnativo mantenere questa giusta misura ,da ambo le parti, ma solo così una relazione può progredire .

La stessa regola della misura , della giusta distanza vale anche nel rapporto counselor/cliente, in quanto il counselor non si deve identificare con il cliente ma deve riuscire a far sentire al cliente che lui è li per aiutarlo a ‘vedere’ cosa c’è che non va ed a trovare nuove visuali e prospettive che – fino a che siamo chiusi nei nostri automatismi - ci è impossibile anche solo immaginare che possano esistere. Il nostro cammino evolutivo personale in primis e professionale di counselor deve poterci condurre alla misura , alla mitezza. Marco Ferrini ci ricorda l’importanza di imparare ad ascoltare con calma, di proporre senza imporre, di ispirare il cliente,mostrare scenari, ispirarlo a nuove visuali alle quali in cliente può arrivare solo dopo aver superato la paura di guardarsi dentro. Il counselor deve riuscire a suscitare nel cliente il desiderio di ‘vedere’. Ha spiegato questo con una metafora molto semplice ma che rende bene l’idea, lui dice “è come se si proponesse un panorama bellissimo da un terrazzo”.

Ho molto apprezzato tutto il passaggio di Marco Ferrini relativo alla capacità predittiva che ci può far evitare molti errori non necessari. Perché se è vero che il dolore è evolutivo, perseverare negli errori per ‘disattenzione’ è uno spreco del tempo prezioso della nostra vita che è molto più opportuno spendere in attività evolutive. Pertanto è fondamentale – per evitare tante buche ossia gli errori – procedere guardando con un occhio dove mettiamo i piedi e con l’altro occhio teniamo il nostro orientamento e la nostra direzione.

Un altro spunto che mi ha colpito particolarmente nell’intervento di Marco Ferrini è quando ha detto che non c’e tempo da perdere per l’evoluzione spirituale e sono d’accordo quando dice che la spinta alla realizzazione spirituale si dovrebbe impararla sin da quando si è bambini. E’ vero, la vita umana è preziosa e breve , dobbiamo quindi imparare ad avere misura, ad avere il metro dentro di noi, ad evitare sia il troppo che il troppo poco, per rimanere in equilibrio e per non essere in balia delle tempeste emotive che ci fanno perdere di vista il nostro fine vero che è la realizzazione spirituale.

Erika, dalla Sede del Veneto.