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Il flusso della compassione

ALESSANDRA CORA'

Il tema della compassione sono convinta che non abbia confini, si può espandere su diverse prospettive. Allo stesso tempo è necessario avere un punto di partenza e questo inizio necessariamente parte da se stessi. All’interno di un percorso di formazione in Counseling di compassione se ne parla molto, perché è indispensabile per accogliere l’altro nella sua sofferenza e nei suoi limiti. In questo ultimo weekend appena trascorso abbiamo lavorato intensamente su questo tema, nel seminario di Formazione Avanzata in Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta, che ora si srotola nella doppia offerta formativa: con lezioni in presenza frontale presso il Campus CSB e sulla piattaforma on-line. Parlare di compassione e soprattutto avere compassione, richiede un lavoro di profonda osservazione interiore, che necessita accoglienza delle nostre emozioni e dei nostri limiti. È nell’accettazione della nostra umanità che possiamo darci e dare compassione. Sembrerebbe facile avere compassione di una persona che soffre, tuttavia questo sentimento affinché sia veritiero e sentito, abbisogna che noi stessi lo abbiamo sperimentato, vissuto, attraversato, altrimenti resta una compassione solo di parole legate ad un sentire cognitivo. Quello che si vuole ambire è una compassione che arrivi dal cuore, che non pompa solo sangue nelle nostre vene. Il cuore è un organo di grande energia e la scienza ha appurato sia il nostro terzo cervello, insieme al cervello propriamente detto e all’intestino, definito il secondo cervello del corpo umano. Si è scoperto che in questo prezioso organo ci sono 40.000 cellule chiamate neuriti sensoriali, cellule specializzate che pensano e provano sensazioni, emozioni. Per comunicare con queste cellule così speciali è importante parlare un linguaggio emozionale, per questo si dice che parlare con il cuore sia necessario per entrare nel sentire dell’altro. Per imparare questo linguaggio è opportuno creare un flusso che permetta di fare lavorare queste cellule specializzate, le quali invieranno segnali speciali al cervello che prontamente secernerà sostanze benefiche per tutto l’organismo e porteranno in connessione cervello e cuore. Questo collegamento trasforma il linguaggio, che lascia i vortici della mente passando a frequenze nuove, cariche di umanità più elevata perché legate al sentire del cuore. È in questo lavoro così peculiare che si riescono a sviluppare la compassione, l’empatia, la gentilezza, l’amorevolezza. Per creare questa connessione cuore-cervello la scienza dello Yoga offre strumenti di straordinaria importanza, come l’arte del respiro, il pranayama, e la meditazione. Come ci ricorda il Prof. Marco Ferrini: “Facendo respirare le persone si crea uno stato di benessere in loro: questo stato di Benessere è il fondamento su cui fare TUTTO.” In questo seminario, nei molti laboratori esperienziali che ho svolto, ho sentito di essere entrata un po’ di più in questo flusso cuore-cervello, ho sentito di aver sviluppato una maggior connessione con me stessa e con gli altri, ho compreso come mollare gli ormeggi per seguire il flusso della vita. Ho sentito che in quel flusso c’è una connessione più intensa che arriva dalla compassione verso se stessi. Accogliersi con amore dà modo di osservare consapevolmente che in questa vita siamo inclini a commettere errori, ad aver paura, a lamentarci per ciò che non siamo riusciti ad ottenere.
La compassione si sviluppa attraverso vari livelli di connessione, che maturiamo nella misura in cui siamo capaci di essere compassionevoli verso noi stessi. Il che non significa diventare sentimentalisti o buonisti, perché in tal caso saremmo ipocriti, ma diventare capaci di guardare ciò che siamo, comprendere che ci sarà sempre qualcosa da revisionare e da migliorare. Nell’osservare i nostri limiti provare ad andare oltre, anche con la paura che ti fa tremare, perché sai che sarà difficile, allo stesso tempo senti che è necessario per te stesso e anche per gli altri. Se le parole nascono dalla connessione di quei neuriti del cuore, avranno un sapore nuovo, pregne di quella compassione amorevole che accoglie, perché è stata sviluppata la capacità di essere compassionevoli verso i propri errori, i propri egoismi, le proprie mancanze e nel sapersi rivedere, poter essere compassionevoli verso gli altri, per osservarli nella loro umanità, nella loro potenzialità di trasformazione e nella loro libertà di scelta. Prova ora a mettere la tua mano al centro del tuo cuore, chiudi gli occhi, porta la tua consapevolezza in quel punto, entra nel tuo respiro, ascolta l’aria che entra ed esce… lì, è un posto sicuro dove trovare rifugio e se ci riesci, rallenta il tuo respiro, inspirando lentamente fino a 5 per lasciare poi fluire l’aria in una dolce esalazione… osserva, dopo qualche ciclo di respiri come la tua mente si calmi per entrare nel flusso del cuore. Inspirando, dona a te stesso compassione, amore, fiducia… esalando, offri compassione, amore, fiducia, a chi ami, alla natura o al mondo… continua a restare nel flusso di dono e offerta per qualche minuto… poi quando ti sentirai appagato e sereno… dolcemente apri gli occhi.

Ora, come stai?

Ben tornato/a nel tuo cuore, ci puoi tornare ogni volta che desideri, entra in quel flusso e vivi nel flusso dell’amorevole compassione.

Ci ritroveremo a settembre e a dicembre con altri due seminari di formazione avanzata in counseling, per proseguire gioiosi in questo meraviglioso cammino verso la Compassione. Ti aspettiamo!