Il counseling non costituisce un indirizzo psicologico ma pedagogico, filosofico, sociologico, antropologico, umanistico ed è applicato nei settori più diversi della relazione sociale.
Il counselor opera infatti mediante relazioni di affinità sociosolidale con il cliente; egli diventa ciò di cui il cliente ha bisogno al fine di sviluppare quelle dimensioni dell’umano ancora ignote o critiche per il cliente.
Sono le relazioni che conducono l'essere umano a diventare persona e l'“umano” si sviluppa e diventa personalità laddove ci siano relazioni di affinità elettiva.
L’affinità elettiva sostiene relazioni di disponibilità, di dialogicità, di riconoscimento, d'incontro, di mediazione, di complementarità e di integrazione.
La natura del rapporto di aiuto nel counseling verte sulle abilità relazionali che dispongono a tali modelli primari interumani. Il disagio che il counseling affronta nasce dalle esperienze e dai vissuti di relazioni oppositive, quali l’equivoco, l’incomprensione, l’evitamento, la delusione, l’insofferenza, il fastidio e il logoramento. Quando i rapporti umani vengono imbrigliati all’interno di tali trappole relazionali l’evoluzione verso la costruzione di una personalità armonica è costretta in copioni ripetitivi e limitanti di comportamento.
Il counseling muove per l’innesco di processi di miglioramento e propone risposte articolate ma semplici ai problemi della vita delle persone che non trovano vie di uscita in metodi troppo accademici, strutturati e codificati. D’altro canto il counseling si pone anche come reale alternativa alle attuali spinte new-age di relativismo etico che troppo spesso scivolano nella banalizzazione: dalle cure “fai da te” o alla magia passando attraverso una fitta rete di proposte “leggere” ma inconsistenti se non addirittura pericolose.
Negli Stati Uniti notizie su attività di counseling si trovano fin dai primi anni del Novecento, quando alcuni operatori sociali adottano il termine per definire l'attività di orientamento professionale rivolta ai soldati che rientrano dalla guerra e che necessitano di una ricollocazione professionale. (Rahm, E. 1999 La storia del counseling in: AA.VV. Integrazione nelle psicoterapie e nel counseling, Roma, E.S.A.) Negli anni cinquanta nascono la Division of Counseling Psychology dell'APA (American Psychological Association) e l'American Personnel and Guidance Association. Fondata nel 1952 cambierà il proprio nome nel 1983 in ACA (American Counseling Association).
I contesti applicativi in cui può ad oggi operare la figura del counselor sono diversi: in ambito scolastico, aziendale, sanitario e, più in generale, ovunque ci sia necessità e desiderio di ascoltarsi, aprendosi alla propria natura più profonda, per evolvere interiormente o all'interno della relazione vissuta come problematica.