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Oggi noto che dare fiducia significa anche affidarsi all’altro

GIUGNO 2020 - La forza del perdono: la visualizzazione meditativa per l'armonizzazione creativa di sentimenti ed emozioni

I due seminari sul perdono mi hanno offerto l’opportunità di mettermi in gioco e di riflettere su tematiche, anche dolorose, della mia vita.
All’interno del seminario ho colto l’opportunità di fare il cliente in un colloquio di counseling di fronte a tutta la classe e di affrontare il tema del perdono a seguito di un litigio vissuto con i miei genitori.
A seguito della discussione avuta con loro, ho pensato che non si fidassero abbastanza di me e questo ha generato in me una ferita, un dolore, un risentimento.
Attraverso il colloquio con il Counselor, sono riuscito a riflettere sul significato che ha per me la fiducia. Ho affrontato come non avevo mai fatto prima questo tema.
La rabbia e il dolore provato durante la discussione con i miei genitori mi ha fatto perdere completamente il focus sull’origine di tutto: la convinzione che non avessero fiducia di me.
Durante il colloquio ho capito di aver dato io questa lettura ai fatti; ero stato io ad aver dato il senso che volevo alle loro parole.
L’episodio del litigio ha, come ci insegna lo yoga, sollevato delle memorie emotive profonde che strutturano l’Alessandro di oggi.
Sento la necessità di lavorare sulla fiducia che ho di me e degli altri, del senso di responsabilità che sento sulle spalle per me e gli altri e dell’aspettativa del risultato per ciò che faccio.
Per me il significato della fiducia si lega a quello di responsabilità, perché fidarsi di se stessi e dell’altro porta con se anche il senso di responsabilità che il darsi e dare fiducia impone.
Se io mi fido di te, mi fido del fatto che tu sia responsabile, che tu rispetti ed onori il compito, la parola.
Oggi noto che dare fiducia significa anche affidarsi all’altro e, per mia natura tendendo al perfezionismo, carico troppo me stesso o l’altro dell’aspettativa del risultato che io mi aspetto.
Rispetto all’evento del litigio mi sento più leggero perché grazie ad un cambio di visione, sono riuscito a vedere l’accaduto con occhi diversi.
Ho esplorato le motivazioni che possono aver spinto i miei genitori a farmi determinate richieste ma sopratutto ho osservato di come sia stato io a voler leggere nelle loro parole un determinato significato.
Esco dal litigio sereno, con nuove consapevolezze: quella di fidarmi ed affidarmi di più a me stesso ed agli altri, di vivere con meno aspettative e sopratutto di guardare alla vita con la ferma convinzione che nel momento in cui si subisce la vita, non la si vive.

Alessandro, dalla Sede della Toscana