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PERDONO: una “sliding door” verso gli abissi o verso le vette spirituali più alte

Gratitudine e pace. Sono queste le due parole che meglio sintetizzano ciò che provo a conclusione di questo importante ciclo di tre seminari sul perdono nell’ambito del percorso di formazione in Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta. Si tratta di un tema di estrema importanza nel cammino di qualsiasi persona, un passaggio inevitabile nella vita di ogni essere, una “scelta” che vede da una parte la soddisfazione dell’ego e dall’altra la connessione con il nostro Sé. Come dice Krishna nella Bhagavad-Gita cap XVIII shloka 54: raggiunta quell’Unione, la persona non si lamenta più e conosce l’equanimità (Sama). Quando ci rendiamo conto di stare nelle emozioni tossiche, che alimentano i nostri condizionamenti e sono contrarie alla realizzazione del Sé, occorre concentrarsi e nutrirsi di pensieri positivi ed evolutivi, capaci di sospingerci verso la crescita spirituale (Yogasutra Sadhana pada XXXIII). Non si tratta di meri pensieri positivi volti a “scacciare” quelli negativi, ma di pensieri centrati sulla Realtà Superiore, volti al bene del creato e delle creature tutte, quella realtà capace di ricollegarci a Dio. Grazie a questo seminario di Luglio 2023 ho compreso che occorre sviluppare attenzione, osservazione e distacco emotivo, al fine di acquisire consapevolezza e capacità discernente. Si tratta di un vero e proprio “esercizio” che ci consente di creare spazio che potremo riempire con l’Amore. La lezione offerta da Andrea Boni ha affrontato le fasi del processo del perdono e ci ha dato modo di approfondire in particolare il tema del perdono di se stessi e del correlato senso di colpa, di cui la società occidentale cattolica è particolarmente impregnata. Abbiamo distinto il senso di colpa in: “costruttivo”, che sottende l’opportunità di trasformazione attraverso l’assunzione delle nostre responsabilità, o “distruttivo”, che si struttura in un “complesso di colpa” nutrito dal rimuginare, dal rimanere immobili nella lamentela, senza avviare il processo trasformativo.

Sento che la nostra società ci ha inculcato l’idea di dover “espiare” la colpa con la “sofferenza” e con la “punizione”, e questo ci fa spesso vestire i panni di veri e propri “giustizieri” verso noi stessi. Se siamo così duri verso di noi, forse è perché ci sentiamo così anche verso gli altri; è pertanto davvero fondamentale osservaci dentro e fare una vera e propria operazione di ecologia interna, estirpando tutte le convinzioni tossiche che non ci consentono di evolvere.

Ho molto apprezzato anche la lezione offerta da Silvia Minguzzi, che ci ha permesso di identificare dei chiari “campanelli di allarme” del rancore, quella vocina interiore che ci dice che “abbiamo ragione noi!” e la sensazione che spetti a noi correggere gli altri. Ho colto quanto sia importante e necessario praticare il perdono anche nei piccoli eventi quotidiani, senza il bisogno di attendere episodi drammatici. Il perdono è come un muscolo, va allenato tutti i giorni, non è sufficiente essere andati in palestra una volta sola!

Ho realizzato che così come a livello fisico possiamo regredire, anche nel perdono possiamo regredire se non continuiamo a tenere limpida la nostra coscienza. Possiamo nutrire un sentimento neutro di amore e desiderare il bene dell’altro, senza giustificarlo, salvaguardando il nostro confine, ma evitando emozioni tossiche che rappresenterebbero un ostacolo.

Grazie ai numerosi laboratori ho compreso e sperimentato che il perdono non è un processo mentale! Ho molto apprezzato la qualità e la profondità dei laboratori, che ci hanno condotti in una profonda esplorazione interiore. Ho sentito la mia consapevolezza sul tema crescere sempre di più, mi sono sentita partecipe, coinvolta, curiosa e desiderosa di sperimentare le pratiche meditative offerte dai docenti e dai tutor, gioiosa nel condividere con i compagni all’interno dei laboratori e determinata nell’apprendere strumenti pratici che mi potranno certamente sostenere nella mia esperienza personale e nel mio percorso professionale come counselor.

Accolgo con gratitudine il nutrimento e la ricchezza offertami da questo importante ciclo di seminari. Riesco chiaramente ad identificare un prima ed un dopo, marcato da una più profonda consapevolezza dell’importanza del perdono e del suo ruolo cruciale nel nostro cammino evolutivo.

La vita, attraverso il libero arbitrio, ci concede di scegliere se voler soddisfare l’ego o il nostro sé autentico, ed è attraverso questa “sliding door” che possiamo determinare il nostro orientamento verso gli abissi o verso le vette spirituali più alte.

Che si tratti di perdonare grandi o piccoli tradimenti e torti, commessi da persone care, da conoscenti, da sconosciuti o da noi stessi, ad ognuno di noi è concessa l’opportunità di praticare il perdono. A prescindere da quale sia il livello di partenza, ognuno di noi può e deve migliorare, perché perfezionando la propria capacità di perdonare, accederà alla compassione, accrescerà la sua capacità di amare e di vivere nella gioia spirituale.

Non mi sento mai stanca di questa preziosa formazione, anzi, rinnovo il senso di profonda gratitudine per far parte di questa scuola di vita così preziosa! Grazie!

Elena Balta